Il Vino Nobile Di Montepulciano D.O.C.G.
Il Vino Nobile è un vino visivamente limpido, brillante,
di colore granato vivace e si caratterizza per un profumo intenso,
persistente, ampio ed etereo. Si riconoscono sentori di sottobosco,
legno aromatico, piccoli f rutti e confettura composita. Al gusto il
vino ha corpo elegante ed armonico, nerbo e razza, è asciutto con
lunga persistenza aromatica.
Dopo secoli di produzione nell’area di Montepulciano, il 12 luglio
1966, è stata riconosciuta la Denominazione di Origine controllata
(D.O.C.) “Vino Nobile di Montepulciano”.
Il 1 luglio 1980 il Nobile è divenuto il primo vino in Italia a potersi
f regiare delle fascette della Denominazione di Origine Controllata
e Garantita (D.O.C.G.).
La produzione del Vino Nobile è regolamentata da un Disciplinare
di produzione che preserva le seguenti caratteristiche:
Vitigni: Sangiovese, denominato a Montepulciano “Prugnolo
Gentile”, per un minimo del 70%. Possono inoltre concorrere fino
ad un massimo del 30% i vitigni complementari a bacca rossa
idonei alla coltivazione nella Regione Toscana, purchè i vitigni a
bacca bianca non superino il 5%.
La resa massima per ettaro di vigneto è di 80 quintali con una
resa in vino effettiva del 70%
Il vino può essere immesso in commercio soltanto dopo due
anni di maturazione (tre per la Riserva) e comunque dopo aver
superato rigidi controlli consistenti in esami chimici ed
organolettici compiuti da una commissione ministeriale;
La vinificazione e la maturazione devono avvenire
obbligatoriamente nel Comune di Montepulciano
Andamento Metereologico
Il 2021 ha avuto un andamento meteorologico decisamente straordinario, sia in termini di piovosità, sia per alcuni picchi termici registrati in primavera. La piovosità totale annua è stata pari a 510 mm, valore decisamente basso, circa il 25% meno della piovosità media annua della zona, ma non dissimile da quello di altre annate come il 2003, il 2007, il 2011 e il 2017, guardando all’ultimo ventennio.
Se la quantità totale di pioggia ha “espresso” un dato già registrato in passato, la distribuzione delle piogge ha avuto dell’eccezionale. Infatti, dei 510 mm totali, 150 mm sono caduti tra gennaio e febbraio e 222 mm tra novembre e dicembre, mentre solo 96 mm sono caduti nel periodo compreso tra il germogliamento e la raccolta, ovvero tra aprile e settembre. La quantità di acqua consumata per evaporazione e traspirazione da un vigneto in una bella giornata estiva è pari a 3-4 mm, 96 mm sono quindi appena sufficienti a compensare l’acqua consumata da un vigneto in un mese estivo senza piogge. Se questa scarsa piovosità non ha avuto effetti esiziali sulle piante è perché tra settembre 2020 e febbraio 2021 sono caduti quasi 600 mm di pioggia che hanno reintegrato completamente le riserve idriche del terreno.
Relativamente alle temperature, i mesi che si sono discostati fortemente dalle medie del periodo sono stati marzo e soprattutto aprile, che hanno fatto registrare valori delle minime particolarmente bassi. In aprile, nella notte tra il 7 e l’8, le temperature notturne sono scese sotto lo zero per molte ore, raggiungendo nei fondivalle anche i -7°C, e arrecando gravi danni alle gemme in fase di schiusura. Nei giorni successivi le minime sono scese ancora diverse volte sotto zero.
Febbraio, i mesi estivi, in particolare giugno e settembre, e novembre, sono stati più caldi che nella media, soprattutto per effetto delle temperature massime.
Comportamento vegeto-produttivo
A partire dal 25 marzo, e fino al 3 aprile, le temperature medie si sono portate stabilmente sopra i 10°C e nei vigneti è iniziato il germogliamento. L’arrivo di masse di aria fredda, nei giorni successivi, ha fatto nuovamente calare le temperature fino a raggiungere, tra il 7 e l’8 aprile, i minimi termici sopra indicati. Il drastico calo termico ha arrecato danni ai vigneti posti ad altitudine inferiore ai 330-340 m slm, danni tanto più gravi quanto più era avanzato il germogliamento e quanto più bassi di quota erano i vigneti. Nei vigneti situati nelle posizioni meglio esposte, dove erano già presenti alcune foglie distese, il danno è stato massimo e quantificabile in circa il 50% di gemme schiuse devitalizzate.
Con il calo delle temperature, che si è protratto per circa due settimane, il germogliamento si è bloccato, anche alle altitudini non raggiunte dalla gelata, per poi riprendere e concludersi nell’ultima decade di aprile.
La crescita dei germogli nel mese di maggio è stata lenta e scarsa, in particolare nei vigneti colpiti dalla gelata, i quali hanno ripreso a vegetare attraverso la schiusura delle gemme latenti, mentre in giugno, con l’impennata della temperatura, ha avuto una fortissima accelerazione.
Le temperature tipicamente estive, già dai primi giorni di giugno, hanno anche indotto l’inizio della fioritura che, ricalcando gli stessi tempi del germogliamento, si è prolungata fino alla metà del mese.
Il prosieguo dell’annata è stato caratterizzato da un graduale e progressivo impoverimento delle riserve idriche dei terreni a cui le piante hanno reagito rallentando l’accrescimento dei germogli e formando foglie e internodi via via più piccoli; anche gli acini, ovviamente, sono rimasti molto piccoli. Infatti, le temperature contenute dei primi mesi dell’anno hanno contribuito a limitare l’evapotraspirazione, ma a partire da giugno, con l’aumento delle temperature è aumentato anche il consumo di acqua dei vigneti. Sono state fondamentali in questo periodo le lavorazioni del terreno, soprattutto in quelli argillosi che col secco tendono a formare profondi cretti, al fine di limitare l’evaporazione degli stessi e le operazioni di potatura verde con le quali è stato ridotto il carico di organi verdi e di conseguenza la traspirazione di acqua da parte delle piante. Conseguenza della combinazione gelo e siccità è stata la paradossale situazione per cui verso la metà di luglio nelle zone “alte”, non colpite dal gelo, dove l’uva era presente in quantità normale, le piante cominciavano già a palesare i primi segni di stress idrico, mentre nelle zone “basse”, dove i grappoli erano pochissimi a causa della gelata, le piante erano ancora ben idratate.
Verso fine luglio, in tutti i vigneti, l’attività vegetativa si era arrestata ed è iniziata l’invaiatura che, in parte a causa della scalarità del germogliamento, in parte a causa delle scarse risorse idriche del terreno, ha impiegato circa un mese per concludersi.
Le poche e scarse piogge cadute tra fine agosto e i primi di settembre hanno avuto solo un limitato effetto sullo stato idrico dei vigneti e la successiva fase di maturazione è stata abbastanza rapida.
Le operazioni di raccolta nelle varie aree della denominazione si sono svolte in gran parte nella seconda quindicina di settembre.
La pressione di patogeni e parassiti, fatta eccezione per l’oidio, è stata praticamente nulla.
Gelo e siccità hanno determinato un calo produttivo pari a circa il 30% della produzione media degli ultimi anni.
Riepilogo delle principali fasi fenologiche
Germogliamento: 28 marzo – 27 aprile.
Fioritura: 2-15 giugno.
Invaiatura: 27 luglio – 26 agosto.
I vini del 2021
La vinificazione di acini piccoli e concentrati, con un elevato rapporto buccia polpa, ha richiesto notevole attenzione; in particolare è stata necessaria grande perizia nella gestione della macerazione (durata, movimentazione, temperatura, ecc.) al fine di modulare l’estrazione dei polifenoli.
I vini del 2021, degustati dopo le fermentazioni malo-lattiche, presentano colori molto decisi, profumi intensi dominati da sentori di frutta matura e una notevole struttura caratterizzata da abbondante tannicità e buona acidità. A livello analitico si rilevano valori elevati di intensità e tonalità di colore, di alcool, di estratti e di polifenoli totali e livelli medi di acidità e pH.